Posto all'estremità sud - occidentale del Sahara libico, il Tadrart Akakus si estende in direzione nord - sud per circa 150 km di lunghezza e 30 km di larghezza. Ad est e a ovest è contornato da erg sabbiosi come l'erg Uan Kasa e da montagne come l'Idinen vicino Ghat. Su questo lembo di rocce e sabbia sono state lasciate le tracce di un passaggio umano avvenuto in epoche remote, all'incirca tra la fine del Pleistocene e l'Olocene. A quel tempo il Sahara e tutta l'Africa del nord erano un'immensa savana percorsa da fiumi impetuosi, e popolata da una ricca fauna selvaggia. Grazie ad esperte guide Tuaregh ( in Akakus è obbligatoria la guida ), si possono ammirare siti posti tra gli anfratti delle rocce nei tanti ued che circondano il massiccio. Le pitture sono osservabili nella parte interna dei ripari, con una disposizione centrale per le più antiche, e periferica per quelle più recenti, che in alcuni casi sono sovrapposte alle precedenti Il colore era ricavato da pigmenti naturali della terra come le ocre, che offrivano una discreta gamma di sfumature che andavano dal giallo, al rosso, al bruno. Il tutto veniva fissato con collanti di origine organica tipo il grasso animale, il sangue, la caseina del latte che ancora oggi viene usata come fissante da chi dipinge a tempera. Il clima secco e asciutto, assieme ai ripari ben nascosti, hanno permesso a questi capolavori di giungere ai nostri giorni quasi integri!!
Da questa storica evoluzione artistica, sono state evidenziate ben 5 fasi differenti che si possono distinguere in:

 

Pittura rupestre

Grande Fauna Selvaggia:14.000/20.000 anni

Teste Rotonde : 9.000/ 6.000

Neolitico Pastorale : 6.000/ 4.000

Fase del Cavallo : 3.500

Fase del Camelino : epoca recente
 

La prima denominata della grande fauna selvaggia, la natura domina incontrastata con enormi graffiti di animali ( elefanti, giraffe, bufali e rinoceronti ) istoriati sulla roccia. Importantissima per la datazione è la patina che ricopre il solco, la cui formazione sembra dovuta a un accumulo di sali minerali sulla superficie della roccia, e quindi nel solco dei graffiti, che con il passare del tempo tende a scurirsi. Quindi più scura è la patina, e più antico sarà il graffito. Le istoriazioni sono ben visibili lungo il Uadi Mathendusc situato appena al di fuori del massiccio dell'Akakus, che comprende diversi siti interessanti. Successivamente con il periodo delle " teste rotonde ", iniziano le pitture parietali. Migliaia di raffigurazioni si rinvengono sulle pareti di ripari naturali ed hanno tutte un elemento d'insieme: l'uomo che è raffigurato in maniera fantastica con figure stilizzate, con tratti a volte sproporzionati in alcune parti della figura che può assumere forme tozze ed arrotondate. Altra nota saliente sono le figure antropomorfe in cui non figurano mai i tratti del volto, o se si, vengono sempre rigorosamente coperti. Un tabù forse di valenza rituale, magica o religiosa. Con il "Neolitico Pastorale" si sviluppa epopea artistica. In tempi e modi diversi gli artisti pastori sviluppano una tecnica attenta e minuziosa. Sulle pareti compaiono i primi bovini al cui fianco vi sono i pastori. E' questo il periodo di massima espressione artistica. Lo stile è attento e minuzioso nella descrizione dei particolari, permettendoci di apprezzare figure umane dai tratti negroidi e nilocamiti. In questo periodo convissero diverse etnie più o meno pacificamente, dando vita a fasi artistiche interessanti e distinte. Nel corso del terzo millennio, la situazione climatica torna a farsi difficile, ed un progressivo inaridimento della zona sahariana segna una fase di declino inarrestabile nelle popolazioni pastorali. Queste iniziano un nomadismo inquieto verso le ultime oasi verdi del deserto, pena l'estinzione. Tra questi gruppi, i Peul sono oggi la testimonianza vivente di un gruppo che dall'epoca tardo-pastorale, è riuscita ad arrivare fino ai giorni nostri. Di questo periodo sono le ultime due fasi dette " del cavallo " e " del camelino ". Stilisticamente meno interessanti, esprimono un impoverimento culturale che accompagna un pò tutto il sahara. La figura umana inizia ad essere progressivamente stilizzata, la testa ( a causa di un qualche tabù ) è ridotta ad un sottile bastoncino ed il corpo tende ad assumere una forma a doppio triangolo. Nell'ambito del " camelino antico " compaiono i primi dromedari e alcune scritte libico - berbere in caratteri tifinagh. 

" In questo massiccio montuoso, i nostri antenati hanno scritto il loro racconto di cui oggi abbiamo perso la chiave di lettura" F. Mori