Il Nilo con i suoi 6.695 chilometri di lunghezza è il fiume più lungo del pianeta. Dalle sue sorgenti a monte del lago Vittoria, il Nilo inizia un memorabile percorso attraverso l’Uganda, il Sudan e l’Egitto dove, in un intricato delta, sfocia nel Mediterraneo. Al suo nome è legata la storia di questo continente. Grandi civiltà come gli Egizi hanno beneficiato delle sue acque ricche di sedimenti per rendere fertili interi territori altrimenti preda della siccità. Per diversi millenni è rimasta irrisolta la localizzazione delle sorgenti. Il mistero geografico del Nilo appassionò storici, esploratori e missionari della vecchia Europa. Perfino Erodoto, 460 anni prima di Cristo, tentò di risalire il corso del fiume dal mediterraneo con una spedizione romana all’epoca di Nerone. Arrivò fino Bahr- el Ghazal in Sudan. Dalla seconda metà del 1.800 si organizzarono numerose spedizioni attorno alle distese del lago Vittoria. Il mistero stava per essere svelato. Esploratori famosi come Speke, Grant, Burton e Stanley diedero un contributo enorme alla scienza e all’intera umanità. In particolare gli inglesi Speke e Grant nel 1.860 scoprirono la defluenza del Nilo dal lago Vittoria aprendo la strada all’austriaco Baumann, che nel 1892 risalì il fiume Kagera individuando in esso la vera sorgente del Nilo. Ad onore del vero si deve a Speke l’individuazione del Kagera, ma sfortunatamente non riuscì a dimostrare la sua scoperta per l’improvvisa morte. Resterà famoso il telegramma che inviò alla Royal Geographical Society di Londra nel 1.862: "The Nile is settled", il Nilo è risolto.

 

Il Kagera nasce in Burundi e per una parte del suo percorso segna il confine tra Rwanda, Tanzania e Uganda, poi piega a est gettandosi nel lago Vittoria per uscirne a 1.134 metri con il nome di Nilo Vittoria nei pressi di Jinja (Uganda) in corrispondenza delle cascate Rippon, descritte dagli esploratori nel XIX secolo. Oggi non sono più visibili. Il giovane Nilo (ha percorso pochi chilometri) scorre in mezzo ad una vegetazione lussureggiante aprendosi un varco tra le strette pareti rocciose formando rapide impetuose come le Bujangali e le Murchison. In queste ultime il fiume è costretto a passare in una stretta gola larga appena 7 metri dove cade con un salto spettacolare e fragoroso di 36 metri. Un altro lago, l’Alberto, scoperto dai coniugi Baker nel 1.864, accoglie il Nilo nel suo bacino lacustre per riuscirne subito dopo ed attraversare una regione montuosa ricca di vegetazione con piogge abbondanti per buona parte dell’anno. Siamo nell’Uganda centro settentrionale a ridosso dell’Equatore. Lungo le sue rive i pastori allevano il bestiame e gli agricoltori coltivano sorgo, fagioli e granoturco, immersi fra le piantagioni di banane e papaia.

le cascate di Bujangali

 

Da queste zone fino al Sudan, il Nilo cambia nome diventando Bar- el Jabal, il fiume delle montagne. In questa regione conosciuta come Equatoria, il fiume attraversa steppe aride ed immense paludi estese quanto l’Inghilterra. E’ il Sudd, un territorio ostile ed infido, abitato da popolazioni del ceppo nilotico come Dinka, Nuer, Shilluk e Toposa. Tra giacinti d’acqua e grandi papiri, il Nilo a fatica si fa strada e viene quasi disidratato dalla calura e dalla porosità del terreno.
In suo soccorso ecco un prezioso alleato, il Bar- el Ghazal o fiume delle gazzelle che apporta acqua preziosa e sufficiente per giungere fino a Khartoum. Ad essere precisi è il fiume Sahawa, le cui acque ricche di sodio provocano un cambio nel colore al neonato Nilo Bianco. Nella capitale del Sudan l’incontro con il Nilo Azzurro che scende dalle pendici dell’altopiano etiopico.
Le sorgenti sono nel lago Tana da cui fuoriesce con una mirabolante cascata, le Tississat falls. Con i suoi 1.370 chilometri di lunghezza, è il massimo tributario del Nilo. Nella zona di Ondurman, alla periferia di Khartoum, c’è la confluenza dei due fiumi e dall’alto sono visibili i differenti colori delle acque. Da questo punto e fino alla foce, sarà solo e sempre il Nilo.
Dopo 300 chilometri l’ultimo affluente gli consente di procedere lento e maestoso attraverso il deserto di Nubia, per entrare in Egitto. Una serie di 6 cateratte lo portano da una quota di 350 a 95 metri sul livello del mare. Presso Assuan il Nilo è sbarrato dall’omonima diga dando origine al lago artificiale Nasser. Fino al delta il Nilo ha un’ampiezza media di 500 metri ed è tutto navigabile. Il grande flusso di sedimenti (limo) ha contribuito ad arricchire questa regione rendendo i territori prossimi alle rive, fertili e coltivabili per buona parte delle stagioni, anche se dopo la costruzione della diga, il flusso si è in parte attenuato. Ancora una volta l’acqua è portatrice di vita.