Nelle zone remote dell'ex Zaire, oggi Repubblica Democratica del Congo, nella foresta dell'Ituri vivono sparuti gruppi di pigmei della razza più pura ( o almeno lo erano fino a qualche anno fa ), mai appellativo è stato così adatto per questi folletti delle foreste, i Bantu li chiamano " batua o batwa " che sta a significare appunto piccoli uomini, i pigmei sono caratterizzati, dalla bassa statura che in genere non supera mai i 150 cm tra gli uomini, mentre le donne sono ancora più basse!!! Mentre un tempo vivevano anche in Europa ( ci sono stati dei ritrovamenti nelle grotte liguri e francesi del periodo neolitico ), oggi sono localizzati nel centro africa in piccoli gruppi lungo i bacini di grandi fiumi come il Congo, l'Ogowe e l' Ituri, tra il Camerun e il Gabon, Zaire e Ruanda.
I Bambuti sono stati uno degli interessi principali di un nostro viaggio in Zaire qualche anno fa, nel cuore della foresta equatoriale dell'Ituri, un labirinto di vegetazione lussureggiante e alberi altissimi, dove la esile pista di terra rossa fa fatica a rimanere libera, ma soprattutto a restare asciutta ( praticamente piove tutto l'anno ). Un cartello all'inizio della pista detta le regole di comportamento in caso di pioggia, questo vale soprattutto per i pesanti camion che sovente restano bloccati anche per settimane, prima di potersi liberare della melma fangosa. Ed è proprio un'avventura riuscire a districarsi per trovare un varco tra le motrici bloccate e il fango, per riuscire ad arrivare alla deviazione per il monte Hoyo ( che dista solo pochi km dalla cittadina di Beni ), il luogo dove vive una piccola comunità di pigmei Bambuti.
L'impatto visivo è subito forte, la loro piccola statura colpisce subito il nostro immaginario ( abituati a vedere e a pensare all'occidentale ), oltre alla straordinaria agilità e grazia nei movimenti che hanno tra la folta vegetazione. Si capisce subito dagli sguardi che non farebbero mai del male a nessuno, la litigiosità non è presente nel loro Dna, e questo la dice lunga su questo popolo che rischia di scomparire proprio perché è rimasto puro nel profondo, una vita in perfetta simbiosi con la natura, dalla quale traggono il necessario sostentamento per vivere.                     Capanna Pigmea
Famose sono le loro battute di caccia all'elefante o all'okapi, che avevano poche speranze di salvezza contro questi autentici folletti coraggiosi a tal punto ( armati di lance, archi e frecce avvelenate ) da fronteggiare il grande pachiderma. Citiamo un brano tratto dal libro " Le razze e i popoli dell'Africa " di Biasutti che narra le spiccate doti di caccia dei Bambuti che: " perciò quegli uomini riescono senza sforzo sull'alto degli alberi, a sospendersi alle liane con la bocca, onde liberare le mani per scagliare le frecce, quando sono in caccia ". Ci inoltriamo nella foresta fitta " scortati " dalle piccole guardie del corpo, e notiamo che hanno sempre con loro l'arco e la faretra con dentro le micidiali frecce...; in foresta non si sa mai tutto può succedere. Sicuramente da soli non ci saremmo mai sognati di penetrare in questo mondo vegetale così impressionante, dove a volte si fa persino fatica a vedere la luce del sole o dove si mettono i piedi.., ma d'un tratto la natura come per magia ci svela i suoi tesori come le cascate di Venus, dove l'acqua scivola giù dalle rocce in un salto di 20/30 metri terminante in un laghetto circondato da piante ed alberi sempreverdi.
Dopo esserci rinfrescati, abbiamo avuto modo di curiosare ed osservare più da vicino i nostri piccoli amici, che sono più chiari dei negri bantu, ed usano come abbigliamento un perizoma ( sia l'uomo che la donna ) di corteccia o di fibra vegetale. Mazzetti di frasche e foglie sospesi ad una cordicella e legati in vita, vengono portati dalle donne nel corso di danze e cerimonie rituali, come ci è capitato di assistere nel pomeriggio in una radura presso il loro accampamento. Anche qualche striscia di pelle di animale selvatico come il colobus, l'antilope, il leopardo o il raro okapi, sono avvolti attorno al collo o sulle spalle, o a mò di copricapo e completano il magro abbigliamento , che nella calura e con l'umidità della foresta è più che sufficiente, e al quale i pigmei non rinuncerebbero mai per un atavico senso del pudore. Guai a farsi sorprendere nudi dai compagni del clan e specialmente dalle donne!!! Queste ultime amano ornarsi di collane di semi o di osso, ciuffi di penne e pelli di animali sopra la fronte; molto in voga è la pittura del volto o in altre parti del corpo con colori vegetali come il nero o il rosso ( il bianco simboleggia un lutto ).