Ai piedi dei monti Aures, le rovine di THAMUGADI, tappezzano la vasta pianura dell'odierna Timgad. La ricchezza del sito archeologico con i suoi reperti, che per vastità ed importanza sono i meglio conservati in Algeria, merita una visita accurata ed attenta. Fondata dall'imperatore Traiano nel 100 d.c. ( i resti della città furono scoperti da un viaggiatore inglese nel 1765 ) ebbe uno sviluppo repentino, tant'è che le mura di cinta furono presto superate arrivando a coprire ben 50 ettari, contro i 12 iniziali. Dalla dominazione romana ne seguì una bizantina, con la costruzione di una fortezza ancora oggi visibile nella parte a sud. Poi subentrò un lento decadimento in seguito ad un violento incendio, di cui non si conobbe la causa.
Resta comunque immutato il fascino di questo enorme complesso, da cui si elevano verso il cielo le colonne romane ed i poderosi archi.

 

Nel museo che troviamo all'ingresso del complesso, sono conservati statue e mosaici. Adagiati sul pavimento degli steli votivi a Saturno e steli funerari in marmo con decorazioni e scritte dei defunti. La visita inizia dall'antica via principale Cardo Maximus,
dal quale sono ancora ben visibili le abitazioni con il patio circondato da colonne. Nel sesto isolato si incrociano il Cardo sud e il Decumanus Maximus, che costeggia il foro e termina con l'arco di Traiano. Nel complesso vi erano ben 14 terme pubbliche per 20.000 abitanti!!! Queste funzionavano a legna ( sono stati rinvenuti resti di cedro fossilizzato ) ed avevano oltre al Caldarium, Tiepidarium e Frigidarium, sale di massaggi all'olio di oliva. Dei gradini portano al Foro con alcune forme di giochi visibili sul pavimento, ed una serie di colonne in diagonale adducono al teatro che conteneva 4.000 spettatori. Una solenne scritta all'entrata spiega che fu costruito con soldi della comunità. Dalla sommità si ha una piacevole vista sulla fortezza bizantina ( 534 d.c. ) e la necropoli cristiana ( scoperti più di 9.000 sarcofaghi!!! ) ed i monti Aures.

Il Decumanus maximus e in fondo l'arco di Traiano              

 

Quindi il quartiere commerciale di Sertius che ha donato alla città un mercato con interessanti resti ( originariamente era coperto ) a semiarco di banchi e capitelli che riproducevano gli alimenti venduti, il perimetro con i negozi e, al centro una piazzetta. Sulla via sacra le pietre cambiano di colore per distinguere i diversi luoghi. In alcune zone troviamo delle fonti battesimali del 5° sec. Imponenti le rovine del tempio dedicato a Giove, Giunone e Minerva. Singolare il quartiere del piacere segnalato con un fallo alla base di una colonna, di fronte alle prigioni. Siamo a pochi passi dal maestoso arco di Traiano, una delle porte principali di accesso alla città ( Porta ovest Ambasis - Porta est Mascula ) sono ancora evidenti sul pavimento i segni lasciati dalle bighe ( le pietre venivano poste in diagonale per frenare la corsa dei carri ). Un ceppo chilometrico alla base dell'arco. Un quarto della città risulta ancora da scoprire, mancano infatti il circo e l'anfiteatro per i gladiatori. Tutto giace ancora sepolto sotto la placida piana tra ulivi e cereali, tutto è ancora lì immutabile da sempre......

 

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