Kenya Uganda e Tanzania

 

Per completare la raccolta dei grandi parchi africani, visto che in Namibia ed in Botswana c’eravamo già stati, non rimanevano che questi tre grandi stati dell’est Africa anche se, per dirla tutta, paesi così sfruttati turisticamente(Uganda a parte) non è che ci attirassero così tanto. Alla fine comunque siamo partiti in 8 ed avendo un mese a disposizione, siamo partiti da Nairobi verso il nord del Kenia, al lago Turkana precisamente, per poi tornare verso sud dirigendoci al lago Vittoria e costeggiandolo per tutta l’Uganda e buona parte della Tanzania. Un breve riposo sull’isola di Pemba (avete presente quell’isoletta a nord di Zanzibar dove non ci va mai nessuno?)ed infine siamo rientrati in Kenia passando per il parco Amboseli.
Dal punto di vista paesaggistico abbiamo annotato sul taccuino di viaggio tutto quello che è umanamente possibile visitare, passando dai territori aridi e lavici del Turkana alla verdeggiante Uganda, per poi immergerci nelle savane della Tanzania. Fin qui nulla di nuovo sotto al sole: per chi ama la vita spartana, la natura e gli animali c’è veramente da fare indigestione. La grande sorpresa è stata la totale disorganizzazione che abbiamo trovato in Kenia ed in Tanzania dove, a dispetto dei milioni di turisti che oramai vi si sono recati, non esistono strutture turisticamente adeguate.

Le cascate del Nilo nei pressi di Jinja

Non fraintendetemi, se siete fra quelli disposti a pagare due o trecento o anche quattrocento dollari per notte allora nessun problema vi sfiorerà. Se invece state pensando di portarvi la vostra tenda igloo e di campeggiare e cucinare da soli allora è tutta un’altra storia. Tenete innanzi tutto presente che gli euro sono come carta straccia per gli acquisti locali e a nulla vale la vantaggiosa proposta di un cambio 1:1. Carte di credito: che cosa sono? Forse pensano che con i "soldi di plastica" si possa solo giocare a Monopoli! Ed è così che ti ritrovi ad avere in tasca tutti gli euro che ti sei portato da casa, i Dollari perché per entrare nei parchi è più conveniente avere quelli più tutti gli scellini del Kenia, dell’Uganda ed della Tanzania…tutti naturalmente con un diverso valore. Nemmeno le compagnie aeree interne accettano le carte di credito (volo da Tanga a Pemba). Per gli acquisti: preparatevi a sentirvi chiedere prezzi anche 100 volte superiori al valore dell’oggetto. Noi ad esempio abbiamo acquistato un paio di calebasse (zucche svuotate decorate con perline per contenere latte o altri intrugli) a soli 5$ nel Turkana mentre ce ne hanno chiesti 150 (avete letto bene, non è un errore di battitura) vicino al Masai Mara .Ma torniamo ai campeggi. In due parole. Niente viveri, niente servizi. Il cibo, direte voi lo compro prima…i miei bisogni li faccio nell’erba, e se per qualche giorno non mi lavo…
Benissimo. Poiché i campeggi sono ben all’interno dei parchi il paese più vicino dove acquistare cibo è come minimo a qualche centinaio di Km ed è impensabile acquistare carne o qualunque altra cosa deperibile. Quindi restano le banane, i pomodori e, se lo trovate, del pane locale. Se vi siete portati gli spaghetti da casa calcolate che non troverete nemmeno acqua potabile per cucinarli e l’acqua che vi siete portati servirà soprattutto a dissetarvi.

Pare infatti un classico che meno acqua si abbia a disposizione e più venga sete! I bisognini, dove li avete fatti voi li hanno fatti centinaia di altri prima con buona pace per l’ambiente romantico. Se poi viaggiate in 9 in un pulmino(calcolate che l’autista è obbligatorio) anche le docce diventano un fatto di rilevante importanza. Per quanto riguarda le temperature sulla guida Lonely Planet è scritto che il sacco a pelo non è indispensabile a meno che facciate del trekking d’alta quota. Se ci fosse capitato fra le mani quel buontempone che lo ha scritto durante una delle nostre notti insonni per il freddo… Questo è in effetti uno dei falsi miti che va sfatato e cioè che in Africa faccia sempre caldo. I nostri familiari a Milano boccheggiavano per l’afa e noi, in Africa, la sera accendevamo il fuoco per scaldarci perché il pile non era sufficiente!
Questi però sono solo i piccoli disagi a cui si va incontro quando ci vogliamo togliere l’etichetta del turista per indossare i panni del viaggiatore per il quale la cosa più importante è vedere posti nuovi e conoscere gente diversa.

Safari nei parchi

Se infatti ogni volta che entrate in contatto con un Keniota o con un Tanzanese (si dice così?) questo vorrebbe assolutamente vendervi qualcosa od offrirsi come guida, riescono a non prendersela anche davanti ad un netto rifiuto e, visto che con voi di affari non se ne possono fare, se non altro ci si può sempre fare una bella chiacchierata per avere qualche notizia dalla vecchia Europa… Nel Turkana abbiamo fatto passeggiate con i bambini che ci tenevano per mano e che non si sono mai permessi di chiedere alcunché, in Uganda abbiamo amabilmente conversato nei bar trovando persone di grande dignità, in Tanzania (i più accaniti dal punto di vista economico) alla fine abbiamo addirittura ricevuto dei regali dalle stesse persone che un attimo prima ci avevano estenuato con le trattative. Un’ultima cosa direi importante da ricordare. Non dimenticatevi che anche se Kenia e Tanzania vedono ogni anno arrivare centinaia di migliaia di turisti, questi si fermano prevalentemente sulle coste a prendere il sole, dedicando una minima parte del loro soggiorno a visitare il paese, per non parlare poi dell’Uganda che dati i suoi trascorsi vede la presenza di turisti solo su rotte limitate e consolidate. Provate quindi a "perdervi" in questi paesi, lasciate le strade principali ed addentratevi in posti remoti per il turismo di massa. Tenete soltanto un po’ d’occhio il vostro calendario perché se in Africa vige l’"African Time", i voli aerei rispettano solo l’ora di Greenwich!
Buon Viaggio                                                                              di Fabrizio Sartorelli e-mail: clikko@libero.it immagini di Donato Cianchini