Nell'Africa occidentale e centrale fin da epoche remote l'utilizzo dell'abbigliamento ed in generale dei tessuti nei vari strati sociali delle comunità rurali, ha rappresentato una vera e propria forma tipica di comunicazione. In alcuni casi gli anziani dei villaggi scrivevano sulla stoffa la storia delle loro tribù, attraverso un preciso ed attento simbolismo che si concretizzava per mezzo di ideogrammi.

Il cosiddetto "linguaggio" dell'abito è ancora oggi fortemente evocativo, tanto che sovente si sostituisce alla comunicazione verbale.

Storicamente l'utilizzo di queste tecniche particolari applicate ad un tessuto sono state praticate dai popoli discendenti il potente gruppo etnico Mandé, che si estendeva dal Senegal al Mali, dal Burkina Faso alla Costa d'Avorio e al Camerun. Bambara, Senufo, Malinké, Bobo e Dogon: ancora oggi non è possibile stabilire con certezza chi furono i primi ad utilizzare questa tecnica. Se ne trovano anche nella Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire), fra i popoli di etnia Kuba che ancora oggi creano delle vere e proprie opere d'arte.

Veri e propri prodotti della natura i tessuti Bogolan così come i tessuti Kuba e i multicolori Pagnes oggetto della nostra ricerca, sono il frutto di una lavorazione (dalla tintura alla pittura) che utilizza prodotti completamente vegetali secondo le antiche tecniche tradizionali.

E sono questi due elementi il vegetale ed il tradizionale a renderli unici nel loro genere!!! Anche le decorazioni rivestono una certa importanza all'interno della società essendo strettamente legati alla storia e agli avvenimenti dei singoli luoghi di origine. Un universo di simboli si dispiega sui tessuti Bogolan e sui Pagnes grazie all'abilità riservata ai soli iniziati; mentre nei Kuba quello che colpisce è il disegno geometrico e rettilineo. Senza mai creare un centro, i motivi vengono disposti in maniera apparentemente casuale…ma non è così!!!

Oggi i viaggiatori che visitano i luoghi di produzione non resistono alla tentazione di acquistarne uno.

Scoperti dai critici, dai mercanti d'arte e dagli arredatori di mezzo mondo, questi arazzi primordiali sono esposti nei musei, nelle gallerie d'arte e negli studi d'architettura.